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NEWS RELATIVE ALL'EVENTO "L'ARTE DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA A BRUXELLES"

NEWS RELATIVE ALL'EVENTO:

 

L’arte contemporanea della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles: cinque personali di altrettanti valenti artisti del territorio all'Ufficio di Collegamento della Regione FVG della capitale belga. 

Dal 12 settembre 2024 al 21 febbraio 2025. 

Per cartella stampa e immagini: https://bit.ly/CartellastampaFVGArtisti
Per le prenotazioni: https://lc.cx/_5BAZQ

Cinque appuntamenti con l’arte contemporanea della Regione Friuli Venezia Giulia, dedicati ai pittori friulani Claudio Mario  Feruglio, Toni Zanussi e Giorgio Celiberti, al triestino Edoardo Devetta e all’istriano Livio Rosignano, avranno luogo dal 12 settembre 2024 al  21 febbraio 2025 all’Ufficio di Collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles.

Il  ciclo espositivo prende il via 12 settembre alle 19 con le personali, allestite in contemporanea, dei maestri Feruglio e Zanussi. All’inaugurazione avrà luogo una sonificazione dell’opera d’arte con performance di musica elettronica del Maestro Giuseppe Perrella e con la possibilità di interagire da parte del pubblico.

A seguire la mostra personale di Giorgio Celiberti (8.11 – 31.12.2024) e le personali di Edoardo Devetta e Livio Rosignano (16.1 – 21.2.2025), quest’ultime due allestite in contemporanea. 

Tutte le inaugurazioni avranno luogo alle 19. 

Ogni artista sarà presente con una trentina di opere che ne ripercorreranno, in una sorta di sintetica antologica, la sperimentazione e l’evoluzione creativa: in mostra in totale circa 150 opere tra dipinti, disegni, incisioni e sculture, mai esposti in Belgio.

La mostra sarà aperta in via eccezionale sabato 14 e domenica 15 settembre dalle 11 alle 18, essendo stata inserita dalla Città di Bruxelles nel Programma “Heritage days urban Brussels” assieme ad altre importanti realtà artistico-culturali e architettoniche della capitale.  

Il ciclo di mostre, intitolato LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA A BRUXELLES ATTRAVERSO I SUOI ARTISTI, rappresenta la seconda tappa del progetto espositivo L'arte della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles, ideato e curato da Marianna Accerboni con il fine di offrire nel cuore d’Europa un quadro sintetico ma esaustivo della creatività e della particolare realtà artistico culturale della Regione, territorio di confine situato tra Austria e Slovenia, attraverso alcuni dei suoi protagonisti più rappresentativi, che incarnano diverse tendenze e linguaggi. La prima tappa era rappresentata dalla rassegna L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo (protagoniste Leonor Fini, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e Miela Reina) conclusasi con grande successo il 31 luglio all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. 

Le rassegne sono caratterizzate da un taglio multimediale, costituito da un intreccio molto contemporaneo tra arte visiva, musica e luce con proiezioni luminose e performance musicali e, dopo Bruxelles, saranno trasferite in altri Istituti di Cultura e sedi istituzionali italiane nel mondo e a Trieste.

Concept

“Le personali di Feruglio, Zanussi e Celiberti hanno nel complesso l’intento di porgere una visione per sommi capi della vis creativa di tali autori - scrive la curatrice Marianna Accerboni e quanto più esaustiva possibile dell’arte del Friuli, i cui  protagonisti sono da sempre radicalmente legati alla terra e quindi alla natura. Fatto che induce sì al concetto di concretezza, ma anche a quel sentire bucolico, magico e onirico, che la natura stessa offre a chi sa ascoltarla. In tale contesto verranno esposte anche le opere del triestino Edoardo Devetta, pittore di valore (espose pure alla Biennale di Venezia) anche  se oggi un po’ dimenticato, fatto che per altro può costituire un elemento di ulteriore curiosità e interesse nei suoi confronti; e le opere dell’istriano Livio  Rosignano (attivo poi a Trieste, ma mai dimentico della sua terra), che testimonia con la sua origine un’altra sfera artistico culturale ben presente nella realtà triestina e della Regione Friuli Venezia Giulia.

In mostra la sensibilità religiosa, tradotta in una pittura di luce, dell’udinese Mario Claudio Feruglio,

la magica, surreale laicità di Toni Zanussi, che opera arroccato nell'alto Friuli, sul Monte Stella; l'icastico e poliedrico messaggio di Giorgio Celiberti; il raffinato percorso verso l'astrazione e le brillanti intuizioni cromatiche del triestino Edoardo Devetta e il valente guizzo e l’intenso  gesto pittorico espressionista, ma nel contempo neoromantico, di Livio Rosignano, artista giuliano di origine istriana, legato alla natura di terra e di mare delle sue origini”.

In tale percorso la curatrice Marianna Accerboni intende testimoniare attraverso una breve selezione di valenti artisti del Friuli Venezia Giulia, l'anima e la cultura composita di questa regione, che non è solo speciale sotto il profilo amministrativo, ma lo è anche sotto quello culturale e artistico per i molteplici intrecci e le numerose influenze che ne sottendono la storia e l’anima di territorio di confine.

Sarà inoltre promossa, attraverso incontri mirati con i giovani artisti belgi e le scuole belghe, un’opera di sensibilizzazione focalizzata sull’arte di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia con la possibilità da parte dei giovani e giovanissimi artisti e alunni di esporre a Trieste e nella Regione FVG e per i giovani giuliani e friulani di esporre in Belgio, creando una corrente di mutuo scambio culturale tra i due Paesi anche attraverso concorsi a tema sul nostro territorio (come già accaduto per altre mostre organizzate da Accerboni a Bruxelles).

Dichiarazioni

“Come Amministrazione regionale – afferma il Governatore della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga - stiamo investendo risorse importanti per sostenere la diffusione dell’arte e della cultura. La mostra che fa conoscere a livello europeo alcuni apprezzati artisti del nostro territorio è motivo di grande soddisfazione. Anche con iniziative di questa portata vogliamo svelare l'anima della nostra regione, una terra che ha una forte vocazione internazionale e che da sempre rappresenta un ponte di collegamento con gli altri Paesi europei e con il mondo intero. Siamo estremamente orgogliosi che la bellezza espressa da questi artisti nati e vissuti in Friuli Venezia Giulia possa diventare patrimonio di quella casa comune che deve essere l’Unione europea”. 

“Il nostro sistema di produzione artistica e creativa – precisa l’Assessore alle autonomie locali della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti supera il 5 per cento dell’economia dell'intera Regione per un valore che sfiora i 2 miliardi di euro. L’industria culturale del Friuli Venezia Giulia dà inoltre lavoro a oltre 31mila addetti. Numeri significativi che testimoniano quanto questi settori siano strategici per la vita della nostra comunità. Un territorio, dove convivono comunità linguistiche diverse, che ospita costantemente grandi manifestazioni e si sta preparando a organizzare Go!2025, l’evento che vedrà Nova Gorica e Gorizia diventare - insieme - Capitale europea della cultura. Portare testimonianze artistiche di indiscusso valore a Bruxelles, nel cuore dell’Europa, è pertanto il miglior biglietto da visita per la nostra regione”.

“Le mostre dedicate agli artisti della Regione Friuli Venezia Giulia – spiega la curatrice Marianna Accerboni - compendiano lo sguardo al femminile proposto dalle artiste triestine, svelando l’animo poliedrico di una regione di confine in cui s’intrecciano idiomi e culture diverse, che ne costituiscono la ricchezza e il fascino unico. Se le artiste triestine hanno svelato i germi e l’attrazione biunivoca per un’avanguardia di natura internazionale, inquieta, indipendente e che trae linfa da viaggi e spostamenti continui, gli artisti di Trieste, dell’Istria e del Friuli testimoniano invece una solidità creatività molto legata alla terra e alle tradizioni e fortemente radicata nel territorio, seppure sensibile alle avanguardie coeve: due facce di un’unica medaglia che si rispecchiano l’una nell’altra, completandosi a vicenda”.  

Partner e sponsor

Il progetto espositivo è promosso e sostenuto da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Associazione Foemina APS di Trieste e realizzato in coproduzione con Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, con il patrocinio del Comune di Trieste,  media partner  Il Piccolo, quotidiano di Trieste, e in collaborazione con Associazione Giuliani nel Mondo e il suo Circolo di Bruxelles, Ente Friuli nel Mondo e Fogolâr Furlan di Bruxelles e il contributo di Fondazione CRTrieste, Ciaccio Arte - Big Broker Insurance Group (Mila

 


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Prorogata al 2 agosto all'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles mostra "L'arte triestina al femminile nel '900 d'avanguardia italiano ed europeo"

Ampio risalto da parte della stampa belga alla mostra “L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo” aperta fino al 2 agosto all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles: un seguito agli antichi legami tra Trieste e la capitale belga. 

In vista dell’approssimarsi della chiusura della mostra “L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo”, ideata e curata da Marianna Accerboni, un numero crescente di visitatori accede quotidianamente all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, dove la rassegna è stata prorogata, dato il largo consenso di pubblico e di critica, fino al 2 agosto. 

Ampio risalto è stato per altro dato da parte della stampa belga all’evento espositivo: tra gli altri, “La Libre Belgique”, il più importante e storico quotidiano belga in lingua francese, fondato nel 1883, ha dedicato all’esposizione, visitata e apprezzata finora da un ampio pubblico internazionale, un’intera pagina con un articolo molto approfondito e sensibile di Aurore Vaucelle, nota e brillante giornalista del settore cultura del quotidiano belga e fondatrice e conduttrice di “La Libre Explore”, sezione storico-culturale che accompagna i lettori in un viaggio di reportage e di approfondimento.

Traendo spunto dalla mostra, che racconta l’avanguardia delle donne triestine nella vita e nell’arte attraverso cinque artiste iconiche (Leonor Fini, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni, Miela Reina), Vaucelle traccia con maestria un ritratto inedito del milieu culturale triestino della prima metà del ‘900, costellato di personaggi d’eccezione, tra cui Joyce, Svevo e Saba, Leo Castelli, Gillo Dorfles, Bobi Bazlen. Che sarebbero divenuti noti a livello internazionale e che permearono di sé l’ambiente culturale triestino dell’epoca frequentato assiduamente dalle cinque artiste. Un milieu, nel cui controluce s’intravvedeva anche la figura dello psicanalista triestino Edoardo Weiss, allievo di Freud, che attraverso Trieste traghettò la psicanalisi in Italia. 

Il fascino glamour di cui attualmente gode Trieste – “La città celeste” descritta dallo scrittore Diego Marani, da poco riscoperta da un pubblico internazionale - proviene certamente da questo passato d’eccezione, ora noto nel cuore d’Europa, in virtù anche a questa mostra. 

Oltre a testimoniare, grazie anche a vari inediti, il fascino delle più note Leonor Fini, Miela Reina e Anita Pittoni, la rassegna ha anche riscoperto due artiste giuliane oggi dimenticate: Maria Luperi e Maria Melan. La prima fu molto amica di Gillo Dorfles e della moglie Lalla, apprezzatissima dal grande critico triestino per la sua poliedrica e raffinata sperimentazione d’avanguardia in pittura, design per teatro e moda, nella scrittura e per l’intuizione magica ed esoterica insita in molte sue opere. La Melan, laureata in Architettura a Venezia nel ’45 con il rettore Giuseppe Samonà, uno dei maggiori architetti e urbanisti dell’epoca, del quale fu assistente, e collaboratrice del grande architetto Carlo Scarpa, si dedicò con armonica finezza alla progettazione architettonica e grafica e alla pittura e fu cofondatrice del Gruppo Immagine e del MiniMu - Museo dei Bambini di Trieste.

E vanno pure ricordati gli antichi e forti legami che sussistono fra Bruxelles e Trieste. La capitale belga, considerata nell’Ottocento la più bella città d’Europa in virtù dell’eleganza dei suoi edifici, dovuta anche ai ricchi proventi derivanti dalle miniere del Congo, fu meta di studio e di lavoro da parte di vari artisti di Trieste e dei territori limitrofi. Tra questi, per esempio, Edmondo Passauro (Trieste 1893 – 1969), ritrattista, pittore di figura e maestro di Leonor Fini, che influenzò molto la pittrice nell’ispirazione e nello stile almeno finchè lei partì per Parigi. Nel 1930 Passauro si trasferì a Bruxelles, apprezzato e richiesto soprattutto dall’aristocrazia belga e dalla ricca borghesia europea. 

E anche il grande pittore Cesare Dell’Acqua (Pirano d’Istria, allora Impero asburgico, oggi Slovenia, 1821 – Bruxelles 1905), cantore attraverso le sue opere dei fasti storico-economici di Trieste, si trasferì nel 1848 nella capitale belga, dove frequentò lo studio del noto artista Louis Gallait, raggiungendo presto largo successo e fama. Tant’è che il dipinto di Dell’Acqua intitolato “Marinai di diverse nazioni nel porto di Trieste" e altri suoi lavori di tema triestino furono acquistati da re del Belgio al salone della Società belga degli acquerellisti e sono tuttora conservate nelle Collezioni Reali di Bruxelles, a testimonianza dell’interesse della casa regnante per Trieste. In particolare un acquerello di grandi dimensioni di Dell’Acqua, dedicato al circo, troneggiava nella stanza da letto della regina Astrid.

Inoltre la principessa Carlotta del Belgio (Laeken, 1840 – Meise, 1927), unica figlia di re Leopoldo I, sposò l’arciduca Massimiliano d’Austria, fratello dell’imperatore d’Austria e Ungheria Francesco Giuseppe, e venne ad abitare a Trieste (allora appartenente all’Impero asburgico) prima nel Castelletto e poi nel romantico Castello di Miramare, che il consorte aveva fatto erigere per loro. La coppia vi risiedette per alcuni anni fino alla partenza per il Messico, dove Massimiliano sarebbe divenuto imperatore e poi fucilato. E già prima della sua morte Carlotta era ritornata a vivere al Castello di Miramare o meglio isolata nel Castelletto del parco. 

A tal proposito alcuni anni fa la Fondazione Roi Baudouin organizzò al Museo Belvue della capitale belga con il Circolo di Bruxelles dell’Associazione Giuliani nel Mondo, allora presieduto da Flavio Tossi, e la cura di Rossella Fabiani, un’importante mostra dedicata a Carlotta e ai suoi dipinti (prestati allora dal Museo del Castello) e accompagnata da un libro in italiano, francese e fiammingo in cui venivano ricostruiti “Gli anni della felicità” vissuti dall’arciduchessa e da Massimiliano a Miramare. Teatro nell’estate del 1867, dopo la fucilazione in Messico del marito, di aspre e lunghe trattative per la restituzione della dote di Carlotta e per il suo ritorno in patria, come racconta nel suo diario fino ad allora inedito, Adrien Goffinet, uomo di fiducia di Leopoldo II, re del Belgio e fratello della sfortunata moglie di Massimiliano. Costretta infine dalle circostanze a lasciare Trieste e il suo “nido d’amore costruito invano” (come il poeta Giosuè Carducci chiamò Miramare), Carlotta fece infatti ritorno lo stesso anno a Bruxelles, dove sarebbe rimasta per sempre.


Copertina di Trieste è un isola di Francesco De Filippo Copertina di Trieste è un isola di Francesco De Filippo

13 giugno: all’ufficio di collegamento della regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles presentazione del libro TRIESTE È UN’ISOLA di Francesco De Filippo, nell’ambito della mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo

Giovedì 13 giugno alle ore 18.30 all’Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles (rue du Commerce 49) avrà luogo la presentazione del libro Trieste è un’isola (Castelvecchi editore) dello scrittore e giornalista Francesco De Filippo. L’incontro rappresenta il terzo appuntamento collaterale alla mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo, allestita all’Istituto Italiano di Cultura fino al 31 luglio, promossa e sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dall’Associazione Foemina APS di Trieste e realizzata in coproduzione con Istituto stesso.

L’autore sarà introdotto da Marianna Accerboni, ideatrice e curatrice dell’incontro e della mostra, e da un rappresentante del Circolo di Bruxelles dell’Associazione Giuliani nel Mondo. 

Il libro è un poliziesco intenso, complesso ma anche ironico in cui un ex agente dei servizi segreti, napoletano momentaneamente in esilio a Trieste, si trova suo malgrado a dover indagare su una vicenda che affonda le radici negli ultimi, difficili anni della seconda Guerra mondiale, cruciali per il destino di Trieste. Quelli in cui vissero intensamente e operarono le artiste protagoniste della mostra allestita all’Istituto Italiano di Cultura: Leonor Fini, attiva a Parigi ma sempre molto legata alla città, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e una giovanissima Miela Reina. Il protagonista, Vincenzo Tagliente, seguendo la vicenda di una turista in cui si era casualmente imbattuto, scoprirà le tragedie avvenute nel territorio oggi appartenente alla Slovenia, il dramma dei 300mila profughi istriani, il faticoso periodo del dopoguerra. Perché – afferma De Filippo - è sempre illusoria la linea che divide il passato dal presente e, unendo decine di tessere, miracolosamente si ricompongono esistenze dolorose che non chiedevano altro che di essere testimoniate.

De Filippo racconta tutto questo con maestria mettendo insieme un mosaico che vede non soltanto una straordinaria ricchezza linguistica ma anche una sorta di fusione e compenetrazione di piani e stili narrativi. È come se le forme della scrittura trovassero tutte insieme un nido, e in questo è calzante la metafora dell'isola che l'autore cita spesso.  

Francesco De Filippo (Napoli, 1960) scrittore, saggista e giornalista italiano, è autore di oltre venti libri, tra romanzi, saggi e varia, diversi dei quali tradotti in Francia, Germania e Repubblica Ceca. Il romanzo d'esordio, Una storia anche d'amore (Rizzoli, 2001), ha vinto il premio Cypraea, è entrato in cinquina per il Premio Berto ed è stato finalista al Premio Arezzo. Il successivo, L'affondatore di gommoni (Mondadori, 2004), è stato pubblicato nella Repubblica Ceca e in Francia, dove è stato selezionato per il Supercampiello Europa e per il prestigioso premio Polar. La regista Maria Luisa Bigai ne ha poi ricavato una pièce teatrale dal titolo Bestie da sbarco/Sconcerto. Numerosi suoi racconti sono stati pubblicati su quotidiani e periodici (la Repubblica, Carta, Il manifesto) e compaiono in varie antologie. I diritti di alcuni suoi romanzi sono stati opzionati da due società produttrici per realizzare dei film. Ha vinto premi letterari internazionali, tra cui il Paris Noir. Già corrispondente per Il Sole 24 Ore, è responsabile dell’Agenzia Ansa per il Friuli Venezia Giulia. Fra le sue ultime opere Filosofia per i prossimi umani (con Maria Frega – Giunti, 2020), e per Castelvecchi La nuova via della seta (2019), No vax: il grande sogno negato (2022) e i romanzi Le visioni di Johanna (2019), Prima sterminammo gli uccelli… (2020).

Marianna Accerboni sarà presente all’Istituto Italiano di Cultura, a disposizione per visite guidate al pubblico, lunedì 10 dalle 17.30 alle 21, martedì 11 dalle 17.30 alle 20.30, mercoledì 12 dalle ore 14 alle 17 e venerdì 14 dalle 19 alle 21.


Nell’ambito della mostra l’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo, all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles il 28 maggio incontro con la scrittrice e giornalista Cristina Battocletti sul tema la creatività femminile nel ‘900 triestino

Nell’ambito della mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo, allestita all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles fino al 31 luglio, avrà luogo martedì 28 maggio alle 19, un incontro con la scrittrice e giornalista Cristina Battocletti sul tema La creatività femminile nel ‘900 triestino. L’appuntamento, ideato, curato e condotto da Marianna Accerboni, sarà introdotto da Allegra Iafrate, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, e da Giulio Groppi, presidente del Circolo di Bruxelles dell’Associazione Giuliani nel Mondo.

L’esposizione, ideata e curata da Accerboni, presenta circa 130 opere tra dipinti, disegni, bozzetti teatrali e non, sculture e ceramiche accanto a fotografie, lettere, documenti, libri, abiti, accessori, profumi, gioielli e oggetti. E intende focalizzare e approfondire la creatività triestina femminile d’avanguardia nel contesto del Novecento italiano ed europeo attraverso cinque artiste emblematiche, note per la maggior parte a livello internazionale: Leonor FiniMaria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e Miela Reina.

Cristina Battocletti, scrittrice, giornalista per la Domenica de Il Sole 24 Ore, nata a Cividale (Regione Friuli Venezia Giulia), esperta di cultura del Nord Est italiano e di quella triestina in particolare, ha composto a quattro mani con lo scrittore triestino Boris Pahor la biografia Figlio di nessuno (Rizzoli, 2012), Premio Manzoni, rieditata da La Nave di Teseo con testi inediti. Ha scritto il romanzo La mantella del diavolo (Bompiani, 2015), Premio Latisana per il Nord-Est italiano; Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste (La Nave di Teseo, 2017), Premi Comisso e Martoglio, dedicato al grande intellettuale triestino, traghettatore della letteratura dell’Est europeo attraverso Trieste in Italia; Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste. Vita, morte, miracoli (La Nave di Teseo, 2021), il romanzo Epigenetica (La Nave di Teseo, 2023), segnalato tra i libri di qualità da La Lettura del Corriere della Sera

Colte, ribelli, creative, fiorite e imprigionate nella Trieste del loro secolo: il 900. Sono – scrive Cristina Battocletti - un manipolo di donne pittrici, costumiste, scenografe, illustratrici, disegnatrici, scultrici, scrittrici ed editrici, nate a Trieste nel secolo scorso, cresciute nella tradizione di libertà che l’Impero austroungarico riservava alle figure femminili.

Trieste era, agli inizi del secolo scorso, una fucina di cultura che attingeva alle novità dell’Impero austroungarico, in cui covavano le spinte innovatrici di Peter Altenberg, Karl Kraus, Sigmund Freud, Walter Gropius, Egon Schiele, Gustav Mahler, Arnold Schonberg. È in questo contesto che si muovevano  Leonor Fini (Buenos Aires, 1907 – Parigi, 1996), pittrice, costumista, scenografa, illustratrice, disegnatrice e scrittrice triestina; Maria Lupieri (Trieste, 1901 – Roma, 1961), pittrice scenografa, designer, poetessa e scenografa triestina; Maria Melan (Gorizia, 1923 – Bruxelles, 2023), architetto, pittrice, illustratrice, grafica pubblicitaria, docente e atelierista triestina; Anita Pittoni (Trieste, 1901 - 1982), designer di moda, di costumi teatrali e arredi, artista artigiana, disegnatrice, pittrice, poetessa, scrittrice ed editrice triestina, e Miela Reina (al secolo Maria Francesca Reina - Trieste, 1935 - Udine, 1972) pittrice, grafica, fumettista, scenografa, scultrice triestina. Ragazze che frequentavano cinema e teatro e si muovevano con gran disinvoltura tra l’Austria e Trieste, facendo a gara per riferire le novità letterarie o teatrali viennesi e scoprire i libri che arrivavano nella capitale asburgica. Allora Trieste era popolata da personalità come Svevo e Joyce, Saba e Giotti, Bobi Bazlen, Gillo Dorfles, Felicita Frai, Leo Castelli, Wanda Wulz, tutte figure che avrebbero lasciato un segno.

Tra il salotto letterario di Elsa Dobra, che Dorfles frequentava, e quello di Svevo a Villa Veneziani, dove spesso lo scrittore si intratteneva con Montale, Trieste era città di fulgidi talenti. Ma anche luogo di ombre: era la città eletta dai fascisti per esercitare lo squadrismo, dove le trincee della Prima guerra mondiale erano state costruite a un soffio dai bei caffè triestini. Dopo la Grande Guerra Trieste divenne una questione politica e una città isolata, impedendo alle nuove leve dell’arte triestina di venire alla ribalta nel mondo.

Di queste donne, in parte dimenticate, e del loro genio multiforme parlerà Cristina Battocletti, nel solco della miglior tradizione mitteleuropea con i suoi controluce e il loro fascino. 


Un progetto espositivo multimediale di arte visiva, fashion, luce e musica

che testimonia nel cuore d’Europa la particolare creatività degli artisti di tale territorio attraverso alcuni dei suoi protagonisti più rappresentativi, che incarnano diverse tendenze e linguaggi, con il fine di offrire un quadro sintetico ma esaustivo della creatività e della particolare realtà artistico culturale della Regione.

Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles
Mostra L’arte triestina al femminile nel '900 d’avanguardia italiano ed europeo
Artiste: Leonor Fini, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e Miela Reina
14 maggio / 31 luglio 2024
inaugurazione: martedì 14 maggio ore 19

Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles
La Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles attraverso i suoi artisti
5 settembre 2024 / 21 febbraio 2025
Mostre personali degli artisti:
Mario Claudio Feruglio e Toni Zanussi inaugurazione 5 settembre / chiude il 31 ottobre 2024 
Giorgio Celiberti inaugurazione 7 novembre / chiude il 31 dicembre 2024 
Edoardo Devetta e Livio Rosignano inaugurazione 9 gennaio / chiude il 21 febbraio 2025 

mostre promosse da
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 
Associazione Foemina APS Trieste

in coproduzione con 
Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles 

con il patrocinio di 
Comune di Trieste

ideazione, curatela, allestimento
arch. Marianna Accerboni

organizzazione
Associazione Giuliani nel Mondo e Circolo AGM di Bruxelles
Ente Friuli nel Mondo e Fogolâr urlan di Bruxelles

conferenza stampa
28 marzo ore 11 / Palazzo della Regione Trieste / Sala Predonzani / via dell’Orologio 1