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RUPERT REBERNIG: ATEMPORALE. LA BORA NON GENERA OMBRE INAUGURAZIONE SABATO 1 GIUGNO 2024 ALLA SALA COMUNALE D’ARTE DI TRIESTE

INFORMAZIONI UTILI:

Inaugurazione: Sabato 1 giugno 2024 alle ore 19:00
Dove: Sala Comunale d’arte – piazza dell’Unità d’Italia, 4 · Trieste
Quando: 1 – 25 giugno 2024
Orario: tutti i giorni 10 – 13 e 17 - 20
A cura di: Marianna Accerboni
Catalogo: No
Info e contatti: rupert.rebernig@gmail.com · marianna.accerboni@gmail.com
+43 664 5251858 · +39 335 6750946
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NEWS RELATIVE ALL'EVENTO:

Prosegue con successo e visite guidate giornaliere fino al 25 giugno alla sala Comunale d’Arte di Trieste la mostra del pittore carinziano Rupert Rebernig  

Prosegue con successo e visite guidate giornaliere fino al 25 giugno alla Sala Comunale d’Arte di Trieste la mostra del pittore carinziano Rupert Rebernig, curata da Marianna Accerboni e intitolata Atemporale. La bora non genera ombre. L’artista è a disposizione del pubblico per tenere delle visite guidate ogni giorno durante l’orario di visita. In mostra più di una ventina di opere molto recenti, realizzate dall’artista ad acrilico su tela: sono dedicate a Trieste, al suo mare e alla Bora, che il pittore interpreta attraverso un cromatismo coerente e un gesto pittorico intriso di libertà


CONFERENZA STAMPA:

Sabato 1 giugno 2024 alle ore 19 s’inaugura alla Sala Comunale d’arte di Trieste (piazza dell’Unità d’Italia 4) la personale intitolata Atemporale. La bora non genera ombre dell’artista austriaco Rupert Rebernig, curata dall’architetto Marianna Accerboni. In mostra più di una ventina di opere realizzate dall’artista molto di recente ad acrilico su tela. 

Fino al 25 giugno / orario: tutti i giorni 10 – 13 e 17 – 20 / info: HYPERLINK "mailto:rupert.rebernig@gmail.com"rupert.rebernig@gmail.com / 0043 664 5251858 / HYPERLINK "mailto:marianna.accerboni@gmail.com"marianna.accerboni@gmail.com / +39 335 6750945

Libero come un ruscello fresco e trasparente che scende dalle montagne più alte, - scrive Marianna Accerboni - il gesto pittorico di Rupert Rebernig si libra cristallino a interpretare e a riferire le emozioni, le intuizioni e gli stati d’animo dell’artista attraverso un lessico espressionista astratto, che ha avuto rappresentanti molto significativi nel mondo austro-tedesco e nell’Europa del Novecento.

Dall’astrazione di Rupert scaturisce una pittura luminosa e poetica, in cui, silenziosamente, i paesaggi visibili vengono tradotti e sintetizzati in visioni interiori. Libere estrinsecazioni della sua sottile energia vitale e creativa, che procede al ritmo dei suoi diversi stati d’animo lungo un sentiero intimo, molto coerente e all’unisono con l’introspezione con cui l’uomo moderno ha dovuto confrontarsi dopo la débaĉle e gli sconvolgimenti dovuti al primo conflitto mondiale. Libera semplificazione e sintesi contro i decorativismi anche razionali dei periodi precedenti, ci catapultano, con la pittura di Rebernig, in un nuovo emisfero estetico ed emozionale, in cui i ritmi e i suoni atti ad accompagnare la sua silente poesia potrebbero essere le note dodecafoniche composte dal musicista austriaco Joseff Matthias Hauer. Per sognare ancora, ma in modo contemporaneo.

La rassegna di quest’anno è dedicata in particolare a Trieste, città dove l’artista viene sempre più spesso, al suo mare e al suo vento iconico, la Bora, che rappresenta un’energia senza tempo, che ci raggiunge all’improvviso, hic et nunc. Da qui discende il titolo della mostra, “Atemporale”.

Rupert Rebernig, artista carinziano autodidatta, dipinge dal 1984. L’impulso a dedicarsi all’arte gli è stato ispirato dalla pittrice accademica Gertraud Pesendorfer, allieva di Herbert Boeckl e membro della Wiener Sezession, vissuta a Vienna e in Carinzia. Ogni anno vive e dipinge in diverse città dell’Alpe Adria, da Venezia all’amata Istria. Ha trovato luoghi d’ispirazione anche sul Carso triestino e in Sicilia, nel paese dove fioriscono i limoni… Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn…? di goethiana memoria (breve canto contenuto nel romanzo Wilhelm Meister. Gli anni di apprendistato, di J. W. Goethe, 1795). Una sua opera si trova nel Museo della Bora di Trieste.