ANGELI! ANGELI! AGNUI! ANGELS!...!: DA GIOVEDÌ 28 SETTEMBRE 2017 ALLA SALA FITTKE DI TRIESTE LE ICONE CONTEMPORANEE DI CAROLINA FRANZA
Inaugurazione: giovedì 28 settembre · ore 18.30 Dove: Sala Arturo Fittke · Piazza Piccola, 3 · Trieste Quando: 29 settembre · 18 ottobre 2017 Orario: feriale e festivo 10.00 / 13.00 · 17.00 / 20.00 |
A cura di: Marianna Accerboni Info e contatti: +39 333 3215658 Downloads: Scarica l'invito |
NEWS RELATIVE ALL'EVENTO:
Le Icone Contemporanee di Carolina Franza dedicate agli angeli: domani 18 ottobre alla sala Fittke di Trieste finissage con visita guidata
Domani 18 ottobre alle 18.30 avrà luogo, con una visita guidata alla Sala A.Fittke di Trieste, il finissage della mostra di icone contemporanee dedicate dalla pittrice Carolina Franza agli Angeli e curata da Marianna Accerboni. In mostra più di una quarantina di opere recenti, in cui l’artista intreccia la tecnica antica, impiegando legno, bisso di lino, oro zecchino, tempera all'uovo e pigmenti antichi, a una concezione più essenziale e delicata dell’immagine. Che nulla toglie però alla profondità filosofico-religiosa e teologica che sottende la vera arte dell’icona. Un linguaggio colto e profondo, estetico e interiore, che l’autrice ha affinato formandosi a Firenze alla scuola di importanti maestri, quali la pittrice Luisa del Campana, Tommaso Palamidessi e Alessandro Benassai. Nel 1989 ha realizzato ed esposto nel capoluogo toscano le prime icone, prendendo a modello, come avviene tradizionalmente, l’iconografo russo Andrei Rublev, venerato oggi come un santo dalla Chiesa ortodossa.
COMUNICATO STAMPA:
(legno, bisso di lino, oro zecchino,
tempera all'uovo con pigmenti antichi) - cm 70x50
S’inaugura giovedì 28 settembre alle 18.30 alla Sala Arturo Fittke di Trieste (piazza Piccola, 3), con l’introduzione critica dell’arch. Marianna Accerboni, un’affascinante personale dell’artista triestina Carolina Franza, che - annota il critico - grande originalità sa introdurre nel complesso e antico mondo dell’icona, pur usando le accurate tecniche antiche, il concetto del contemporaneo, intrecciando il taglio filologico a una delicata interpretazione dei soggetti tradizionali e a una profonda cultura filosofico-religiosa.
Nell’esposizione, intitolata Angeli! Angeli! Agnui! Angels!...! in riferimento alla pluralità linguistica del linguaggio iconografico, sono esposte una quarantina di opere realizzate dal 2011 a oggi, ma per lo più molto recenti. Alcune rappresentano in particolare degli studi di icone, poiché l’artista presenta in tale arte una duplice attitudine, volta sia allo studio delle basi classiche da un punto di vista artistico, teologico e filosofico, che alla ricerca pura, la quale, senza mai travalicare la tradizione, si focalizza sui soggetti e le tematiche ma anche, per esempio, sulla produzione di colori nuovi. Che spesso Carolina crea da sé, polverizzando pietre come per esempio lapislazzuli, avorio e malachite, secondo appunto una secolare tradizione che la conduce anche all’impiego di legno, bisso di lino, oro zecchino e tempera all'uovo con pigmenti antichi (fino al 18 ottobre/ orario feriale e festivo: 10 - 13 e 17 - 20/ 333 3215658).
Sotto il profilo estetico, formale e concettuale - prosegue Accerboni - il risultato è profondo e lieve al tempo stesso. La Franza ama molto approfondire il significato della Sofia (che in greco significa conoscenza) ed è proprio da questo fattore che, se recepito nell’accezione più ampia, scaturisce il valore intrinseco delle sue icone e dell’icona in generale. Come sempre e non dissimilmente da quanto accade anche nelle orazioni pastorali e liturgiche, il linguaggio di chi sa e vuol farsi comprendere, si fa naturalmente semplice e leggero, ammantando la profondità di comprensione.
Luminose e intrise di serena bellezza, le icone di Carolina discendono dunque da una profonda cultura estetica, teologica e artistica e sono realizzate con molta coerenza dalla pittrice nei periodi liturgici consoni e impreziosite dalla capacità di fantasticare intrinseca al temperamento dell’autrice, pur nel profondo rispetto della tradizione.
Per realizzare per esempio i suoi delicati e poetici angeli vestiti d’azzurro, che sembrano quasi muoversi ascoltando una musica celeste, la pittrice trae ispirazione da varie fonti, ideando un’accurata traduzione iconografica, per quanto riguarda l’atmosfera che li avvolge, tratta dal grande pittore rinascimentale Melozzo da Forlì; per il cromatismo, dagli angeli dal manto azzurro degli angeli raffigurati in un Vangelo inglese del ‘300 e, per altri aspetti, da un’icona diaconale appartenente alla grande famiglia russa degli Stroganov.
Curiosa, innovatrice e attraente è infine l’idea di accostare ai propri lavori il suggerimento di un attualissimo percorso di approfondimento attraverso l’inserimento sulla cornice di un QRCode, che attraverso una app, può condurre il fruitore a recepire l’universo di Carolina in profondità e in diretta dal web. Per aumentare e approfondire appunto la conoscenza di una sperimentatrice della tradizione che opera già avanti, nel futuro, al fine di conoscere meglio il passato e rendere più interessante il nostro presente anche attraverso la poesia e la forza dell’icona (fino al 18 ottobre/ orario feriale e festivo: 10 - 13 e 17 - 20/ 333 3215658).
Carolina Franza, triestina, inizia a dipingere fin da bambina. Dà avvio alla propria ricerca artistica in Italia e all’estero, tesa a un’arte che coniughi la conoscenza dei colori della pittura su tavola nel loro aspetto pittorico e scientifico, la filosofia dei soggetti rappresentati e le sue misure, venendo a contatto con opere della tradizione di altri popoli. Segue le lezioni a Firenze della pittrice Luisa del Campana ed apprende la necessità d’impadronirsi di tutti gli stili. È del 1981 l’incontro con gli insegnamenti di Tommaso Palamidessi e il 1989 vede a Firenze la realizzazione e l’esposizione delle prime icone che, come avviene tradizionalmente, prendono a modello l’iconografo russo S. Andrei Rublev, con la verifica e l’ispirazione costante del suo Maestro d’arte Alessandro Benassai. Le sue opere si trovano nei cinque continenti.